Dott. Claudio Patacca – Biologo Nutrizionista
La soia rappresenta una delle principali fonti proteiche di origine vegetale, ampiamente impiegata anche in ambito sportivo per l’elevato contenuto di aminoacidi essenziali e la buona digeribilità. Negli ultimi anni è stata oggetto di controversie riguardo a un possibile effetto negativo sui livelli di testosterone maschile. Le evidenze scientifiche più recenti dimostrano invece che, in quantità moderate, la soia non altera la funzione ormonale né compromette la performance atletica.
1. Composizione e ruolo dei fitoestrogeni
I principali composti bioattivi della soia sono le isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina), molecole strutturalmente simili agli estrogeni umani ma con una potenza ormonale circa mille volte inferiore. Queste sostanze si legano ai recettori estrogenici esercitando un effetto modulante più che soppressivo: in alcuni tessuti agiscono da agonisti parziali, in altri da antagonisti, contribuendo così a un equilibrio ormonale fisiologico.
2. Evidenze scientifiche sul testosterone
Le meta-analisi più autorevoli (Hamilton-Reeves et al., Fertility and Sterility, 2010; Reed et al., Reproductive Toxicology, 2021) confermano che il consumo moderato di soia o isoflavoni non riduce i livelli di testosterone totale o libero negli uomini sani. Le leggere variazioni riportate in alcuni studi derivano da assunzioni estremamente elevate (oltre 100 mg/die di isoflavoni) o da integratori concentrati utilizzati per periodi prolungati.
3. Quando prestare attenzione
Una riduzione transitoria dei livelli di testosterone può verificarsi solo in casi specifici:
- consumo eccessivo (>6–8 porzioni al giorno);
• uso cronico di integratori isolati di isoflavoni;
• presenza di disfunzioni endocrine o ipogonadismo preesistenti.
Nel contesto di una dieta equilibrata e varia, tali effetti non si osservano.
4. Effetti positivi nella nutrizione sportiva
Oltre al buon profilo aminoacidico (ricco in leucina, isoleucina e valina), la soia mostra effetti benefici sul metabolismo e sull’infiammazione:
- riduzione del colesterolo LDL del 5–10%;
• miglioramento della sensibilità insulinica;
• riduzione dei marker infiammatori sistemici (CRP, IL-6).
Questi effetti la rendono un alimento utile non solo per la salute cardiovascolare ma anche per il recupero muscolare e la funzione immunitaria dell’atleta.
5. Raccomandazioni pratiche
Indicazione | Quantità consigliata | Note pratiche |
Proteine isolate di soia | 20–30 g, 2–3 volte/settimana | Ideali nel post-workout con EAA |
Porzioni alimentari (tofu, tempeh, edamame, latte di soia) | 2–3 porzioni/settimana | Alternare con altre fonti proteiche |
Integratori di isoflavoni | Da evitare uso quotidiano | Possibile interferenza ormonale solo ad alti dosaggi |
6. Effetti sull’atleta – sintesi delle evidenze
Effetto | Evidenza scientifica | Impatto sull’atleta |
Testosterone totale/libero | Nessuna riduzione significativa | Neutro |
SHBG | Lieve aumento | Nessun impatto su T libero |
Massa muscolare | Invariata con adeguato apporto proteico | Neutro |
Colesterolo LDL | Riduzione 5–10% | Benefico |
Infiammazione sistemica | Riduzione marker infiammatori | Benefico |
Consumo eccessivo (>100 mg isoflavoni) | Possibile riduzione temporanea T | Da evitare |
Conclusione professionale
Le attuali evidenze scientifiche indicano che un consumo moderato di soia non influenza negativamente il testosterone né la performance sportiva. L’alimento, se inserito in un piano nutrizionale equilibrato, rappresenta una valida alternativa proteica vegetale, utile per migliorare il profilo lipidico, la sensibilità insulinica e il recupero post-allenamento. Solo un uso eccessivo e cronico di integratori isolati di isoflavoni può determinare effetti endocrini temporanei. La soia, quindi, non è un nemico del testosterone, ma un alleato metabolico per l’atleta moderno che adotta un modello alimentare più sostenibile e vario.
Bibliografia
- Hamilton-Reeves JM et al. Fertility and Sterility. 2010;94(3):997–1007.
- Reed KE et al. Reproductive Toxicology. 2021;100:60–72.
- Messina M. Nutrients. 2023;15(1):204.
- Hooper L et al. American Journal of Clinical Nutrition. 2021;113(4):934–946.
- Mayo Clinic Proceedings Review. 2022;97(6):1051–1062.
- EFSA. Scientific Opinion on the safety of isoflavones. EFSA Journal. 2015;13(10):4246.